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Associazione Culturale VARZI VIVA
Cosa fare a Varzi
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Chiesa romanica dei Cappuccini
(© A. Di Tomaso)
Se non intendete visitare Varzi soltanto in occasione di qualche manifestazione particolare, ecco un elenco
(non esaustivo, ovviamente) delle cose che si possono fare in paese:
Visita del
vecchio borgo. Inoltratevi per le vie del centro storico. Vi suggeriamo un itinerario, da
percorrere a piedi in circa unora, che vi consentirà di apprezzare i principali
monumenti e le atmosfere di cui Varzi è ricca: Piazza del Municipio (Castello e Torre delle
streghe; palazzo dei marchesi Malaspina di Pregola, ex Casa Tamburelli del 1724,
ora sede del municipio), via Lombardia, a sinistra, per vicolo del Moro, si sbuca in via di Dentro; ancora a sinistra, si passa sotto la possente e ben
conservata torre di Porta Sottana, dallelegante arco acuto
in conci di pietra; immediatamente sulla sinistra, una costruzione medioevale un tempo
adibita a sede del corpo di guardia; poco oltre, sulla destra, palazzo Leveratto-Mangini (tardo settecento); sempre sulla destra,
oltrepassati i caratteristici portici, oratorio barocco della Santissima Trinità, detto
dei Rossi (dai colori delle cappe che portavano
gli aderenti alla confraternita religiosa che qui aveva sede) e riconoscibile per lo
svettante campanile decorato con riquadri del medesimo colore; allinterno
(visitabile solo in occasione di apertura per cerimonie religiose) balaustrata e altare
barocchi in marmi policromi, statua settecentesca dell'Angelo, che un furto sacrilego ha
purtroppo privato della figura di Tobiolo, quadri dellepoca e quello singolare del
martirio della beata Panacea. Pregevole il coro ligneo. Proseguendo per via di Dentro,
s'incontra a sinistra, l'oratorio di Santa Maria del Gonfalone, detto dei Bianchi, con pianta a quadrifoglio, basso campanile,
tiburio e lucernario, sempre di origine secentesca, recentemente restaurato. Si giunge
quindi alla torre dellorologio o di Porta Soprana e, oltre questa, alla chiesa
parrocchiale di San Germano vescovo con facciata neoclassica affrescata. Allinterno,
altari laterali con emblemi araldici dei marchesi Malaspina e bel coro ligneo
settecentesco. Nel primo altare laterale a destra destra è custodito il reliquiario a
forma di braccio (lavoro del tardo ottocento) contenente un frammento osseo di San
Giorgio, patrono del paese, mentre in sacrestia si conserva lo scheletro di un braccio che
la leggenda vuole sia stato amputato ad un ladro sacrilego che tentò di rubare la
reliquia, rimanendovi per miracolo attaccato, senza riuscire ad allontanarsi dal luogo ove
era conservata. Dalla piazzetta della Parrocchiale (largo Paolo Savini), guardando la
chiesa, si prenda a sinistra per via Porta Nuova, fiancheggiata
da due successive serie di portici, fra le quali si nota, a sinistra, l'ingresso del
palazzo Giacobone (settecentesco). Ancora portici lungo un lato di via
Roma, terminata la quale si prende a destra, per via del
Mercato, su cui saffacciano, da ambo i lati, portici e botteghe. Proseguendo per
la salita (via della Piazzola) si ritorna sulla piazzetta della Parrocchiale, mentre se si
vuole ancora assaporare l'atmosfera suggestiva dei vecchi portici, consigliamo di svoltare
a metà circa della salita, a destra, dove sincontra la caratteristica via scalinata
dietro la Parrocchiale, quindi subito di nuovo a destra, imboccando il sistema di portici
più articolato del paese (via dietro le Mura). In basso, parallela e visibile dalle
aperture, corre la caratteristica via della Maiolica. Sbucati
in via Porta Nuova, la si attraversa e si prosegue dritti per via della Scaletta,
svoltando dopo qualche metro a sinistra e percorrendo un vicolo pittoresco (via del
Voltone), caratterizzato da un antico porticato. Anche se fuori dal borgo, merita una
visita la stupenda Chiesa romanica dei Cappuccini (Monumento
nazionale, dei secoli XII-XIII), che un accurato restauro ha depurato delle sopravvenienze
barocche ripristinando le severe linee originarie. La facciata, a doppio spiovente, è
caratterizzata nella parte inferiore da fasce di pietra arenaria alternate chiare e scure.
La parte superiore è invece in cotto, con il tipico motivo decorativo degli archetti
intrecciati lungo la linea del tetto. Un protiro, con colonnine di arenaria e decorato da
formelle scolpite, orna il portale, la cui lunetta è decorata da un affresco barocco.
Allinterno, colonne e pilastri massicci, con basi e capitelli semplici. La muratura
è, nuovamente, parte in conci squadrati di pietra e parte in cotto. Sull'arco di fondo,
frammento di un affresco raffigurante la vergine attribuito ad A. Baxilio (1480).
Visita delle
botteghe con prodotti tipici (salame, torta di mandorle, miele, funghi, ecc.).
A Varzi si
possono praticare anche i seguenti sport: tennis (due campi comunali), nuoto (piscina
comunale), calcio (campo comunale), equitazione e trekking a cavallo. Varzi è anche un
punto di partenza ideale per ciclisti ... non troppo pigri, perché qui siamo in collina;
è utile la mountain bike.
Vi proponiamo
anche delle semplici passeggiate: sono numerose le strade sterrate e i sentieri che si
dipartono dal paese. Alcuni itinerari: continuazione di Via Luigi Mazza, lungo il Reponte
superiore; continuazione di via Oramala, lungo il Reponte
inferiore; oltre il ponte sullo Stàffora, a sinistra, strada che fiancheggia il torrente.
Nelle stagioni
intermedie, calde ed umide, i boschi di castagni che circondano il paese costituiscono
lhabitat ideale per i prelibati porcini. Ma attenzione ai funghi velenosi. La
raccolta, inoltre, è regolamentata e vi raccomandiamo di rispettate l'ambiente! In
autunno, gli sfortunati che non riescono a trovare funghi possono consolarsi con le
castagne.
Se siete
fuggiti dal caldo della città, ma non volete rinunciare alla tintarella, oltre che in
piscina, potete abbronzarvi sul greto del torrente Staffora (da maggio ad agosto), come
solevano fare i giovani varzesi di una volta: brezza quasi sempre assicurata, acque
limpide, fresche e correnti (anche se non più profonde di un ginocchio), profumo di
menta, cinguettio di uccelli, frinire di cicale e, se del caso, lombra
provvidenziale di qualche salice. Insetti fastidiosi, come le zanzare, pressoché
sconosciuti. Consigliamo di scendere nel letto del torrente a Carro o a Bosmenso (in
direzione Brallo di Pregola). Munitevi di comode sdraio, sandali (il greto è sassoso) e
se occorre di una buona protezione solare! La solita raccomandazione:
rispettate lambiente, non abbandonate i rifiuti nel greto del torrente.
Picnic: una
colazione a contatto con la natura purché la si rispetti, senza lasciare cartacce
e altri scarti rinfranca lo spirito. I varzesi di un tempo avevano spesso come mete
i fontanini ossia le sorgenti che abbondano nel circondario. Purtroppo,
lacqua che da esse sgorga può non essere potabile. Bibite e borse termiche
sadattano forse meglio al gusto moderno o forse una bottiglia di buon vino D.O.C.
Oltrepò Pavese. Boschi e prati, per fortuna, non mancano. Spettacolari vedute si possono
godere se si sosta lungo le strade per Castellaro o per Oramala.
Se nulla di
tutto questo vi attira, indugiate nella piazza della Fiera
(dove si svolgeva un tempo l'importante mercato del bestiame) che è un po il centro
della vita del paese, allombra degli alberi dei giardini pubblici o in uno dei
numerosi locali che si aprono sulla grande spianata. Soprattutto nelle sere destate
capirete perché i varzesi e quanti vivono nella bassa pianura vengano a prendere il
fresco qui.
Pietro Marchetti
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