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Associazione Culturale VARZI VIVA
Il Castello Malaspina
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Il Castello Malaspina e la
Torre delle "Streghe"
(© A. Di Tomaso)
La
data di costruzione del castello di Varzi non è certa. I Malaspina, dopo
linvestitura fatta dallImperatore Federico Barbarossa, nel 1164, dei territori
che dallinizio delle colline di Rivanazzano si spingono a sud, fino allattuale
parte settentrionale della Toscana, scesero dalla protetta ma scomoda Oramala per insediarsi a Varzi.
La prima data che
testimonia la proprietà di una casa dei Malaspina in Varzi è del 1168, quando, in un
atto stilato nella stessa casa, viene venduto il feudo di Pizzocorno allAbbazia di S.Alberto. Da quella data e per molti secoli quella
struttura è stata periodicamente ampliata e modificata. Limpulso maggiore lo ebbe
dopo il 1275, quando, in seguito ad una divisione dei Malaspina, si formò il feudo di
Varzi.
Attualmente il
complesso architettonico si colloca al centro dell'abitato di Varzi e ne costituisce il
nodo edilizio più significativo. Il corpo di più recente costruzione delimita, con la
sua facciata settecentesca impreziosita da una caratteristica meridiana, un lato della
piazza. Questo prospetto, interamente in pietra a vista, come tutto linsieme
architettonico di cui si tratta, rivela, nellordinata cadenza dei vuoti e dei pieni,
la sua matrice. Ledificio si sviluppa su due piani ed è coronato da un sottotetto,
nel quale si apre una fila di piccole aperture rettangolari, in corrispondenza delle
finestre sottostanti. Il portale, che dalla piazza dà accesso al primo cortile, ha
cornice intonacata, modanata, di chiara fattura settecentesca.
Il secondo
edificio, databile del secolo XV, si trova sul lato destro di uno stretto vicolo al quale
si accede dalla piazza. Di altezza uguale al precedente, presenta in facciata una regolare
sequenza di aperture e, a sinistra, un portale ad arco a sesto acuto, in conci di pietra
squadrata con, nel concio in chiave, lo stemma dei Malaspina del ramo "Spino
secco". Allinterno, un passaggio coperto da quattro voltine a crociera, immette
in un cortiletto quadrato, dal quale si possono osservare, sulla facciata interna, due
ampi archi a tutto sesto decorati da una ghiera in cotto, poggianti su un plinto di pietra
squadrata. Volte unghiate al piano terreno, al piano superiore soffitti in legno.
Il terzo
edificio, più antico (secolo XIII), si innesta trasversalmente a quello descritto e
conclude il vicolo con la sua massiccia facciata. Il suo prospetto è aperto unicamente
dal portale di accesso ad arco a tutto sesto e da piccole finestre di recente fattura.
Coevo alla torre, è collegato ad essa da un passaggio nel sottotetto, dove, scansi nel
muro, fanno presumere lesistenza di una merlatura di coronamento.
La torre, anchessa costruita fra il XII e XIII secolo, è un
manufatto dal perimetro quadrato di notevole robustezza; i suoi muri hanno uno spessore
medio di m 2,5. La stretta scala di servizio è ricavata allinterno dei muri
perimetrali e permette laccesso a quattro camere di sicurezza sovrapposte l'una
allaltra. L'imponente edificio termina con un terrazzo coperto dal quale si può
ammirare linteressante, ampio, suggestivo panorama di tutto il borgo di Varzi, dei
monti che lo circondano, della valle dello Stàffora e del castello di Oramala.
La torre, fino
agli anni Sessanta, è sempre stata adibita a prigione: è già citata con questo uso
negli statuti malaspiniani del 1320. E' chiamata "Torre delle streghe", perché
risulta che nel 1460 vi furono imprigionate dalla Sacra Inquisizione venticinque donne ed
alcuni uomini, accusati di stregoneria, i quali furono successivamente bruciati nella
pubblica piazza.
Attualmente il
castello è di proprietà del Conte Faustino Odetti di Marcorengo, mentre la torre è di
proprietà comunale.
Fiorenzo De Battisti
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