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Associazione Culturale VARZI VIVA
La nascita del borgo
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E' ricordato anche dall'abate
Fabrizio, il quale afferma che tale struttura è stata demolita nella seconda metà del 1700 dai Mangini,
quando costruirono l'attuale loro casa (detta torre era chiamata dei Ratti).
Fuori dal borgo e all'inizio di via del Mercato, ma di epoca precedente alla costruzione del borgo stesso, vi è
tuttora una cantina, situata al piano strada, avente come sostegno per il soffitto due colonne cilindriche
in pietra, sormontate da due capitelli scolpiti.
La casa soprastante a questa cantina è stata più volte rifatta nei secoli successivi, ma quelle colonne sono
rimaste. Si può affermare che pilastri e capitelli così lavorati, a quell'epoca non potevano appartenere che ad
un edificio importante, perché i poveri abitanti del nucleo originale non potevano certo permetterseli, quindi,
considerando che i Malaspina quando scesero da Oramala si insediarono subito nella zona dell'attuale
castello, si può ipotizzare che tale costruzione sia stata una sede importante, come potrebbe essere il luogo
dove venivano riscossi i pedaggi.
Infatti, come si è visto, prima della costruzione del borgo, la strada proveniente da Voghera, passava sullo
Stàffora e si inseriva nell'attuale via del mercato, questa costruzione è situata in quella via nel punto ideale di
controllo del passaggio.
Corrisponde anche il periodo in cui potrebbe essere servita, perché nell'anno 1000 i Malaspina esigevano già i
pedaggi, nel 1199 in un atto troviamo già scritto claustrum de Varcio (claustrum = barriera, posto
di chiusura) e dopo il 1275 vi fu l'edificazione del borgo, la strada fu deviata per farla passare all'interno,
probabilmente anche il punto di esazione sarà stato spostato all'interno del borgo.
E' improbabile che il luogo dell'esazione dei pedaggi sia rimasto fuori dal borgo, perché Varzi è sempre stato un
punto di sosta e pernottamento per i carovanieri, in modo che potessero, il giorno successivo, avere tutto il
tempo necessario per iniziare riposati la scalata delle montagne e passare i valichi in modo da fare la
successiva sosta in quote climaticamente più tollerabili. Quindi il pagamento del pedaggio comprendeva
anche la custodia, durante la notte, di animali e merci; tale garanzia non poteva avvenire che dentro le mura.
Non si sa perché questa torre fosse chiamata dei Ratti, potrebbe derivare dal fatto che tale torre nel 1700
non fosse più dei Malaspina, ma venduta alla famiglia Ratti. Infatti nel 1711 al 1750 vi era il notaio Ratti Orlando
che rogava in Varzi.
Tratto dal libro "LA STORIA DI VARZI" di Fiorenzo Debattisti ©1996
Edito da "Edizioni Guardamagna" - Varzi (PV) ©1996
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