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Associazione Culturale VARZI VIVA
La nascita del borgo
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In pratica la strada in uscita da Porta Soprana, costituì una vera
e propria circonvallazione a monte dell'abitato originale.
Oltre alle due porte del borgo già accennate vi era anche la porta verso lo Stàffora che portava ai mulini,
costruiti anch'essi in quel periodo. Questa porta era situata in fianco all'attuale chiesa dei
Rossi e permetteva di scendere, attraverso via del Follo, ai mulini. Era sorretta non da una torre, come nel
caso delle porte precedentemente citate, bensì inserita in robusti pilastri. All'interno della porta è stato costruito
un tetto avente lo scopo di riparare dalle intemperie i soldati di guardia.
Una quarta porta era posizionata, rivolta verso l'est, fra l'attuale edificio municipale e l'angolo della via per
Rosara. Si sa che questa porta era chiamata Garenota o Garenosa).
La larghezza dell'arteria principale che collega le due porte varia da m. 5 ad un massimo di m. 8, i due portici,
uno ancora esistente e l'altro ormai abbattuto, erano inseriti in questa superficie.
In questa strada veniva svolto anche il mercato ed era il luogo dove venivano letti gli editti e sentenziate
le pubbliche punizioni.
Le strade secondarie, come l'attuale via dei Rossi e via A. Giacobone hanno una larghezza di m. 3, mentre le
altre erano strade di servizio, aventi una larghezza appena necessaria per permettere il passaggio dei carri.
La non perfetta ortogonalità degli incroci di queste ultime (via dietro ai Bianchi non è allineata con vicolo del
Gobbone) è stata voluta per tagliare il flusso del vento che d'inverno spira gelido dall'alta valle Stàffora verso
a pianura.
Questa sottigliezza dimostra ancora una volta che il borgo è stato costruito con un progetto ben definito.
L'attuale piazza del Municipio, che originariamente era più arretrata verso il castello, serviva da parcheggio per
carri, muli e le merci in transito.
Il rimanente spazio fu diviso in isolati di forma rettangolare e questi ridivisi in regolari lotti edificabili aventi il lato
verso strada molto stretto (dai 5 ai 7 metri) e l'altro più profondo, (dai 15 a 20 metri). In questo modo poterono
assegnare dei lotti ben definiti ai richiedenti, i quali erano autorizzati a costruire in fregio alla strada un'abitazione e
l'eventuale bottega, con nel retro la stalla avente come accesso la strada di servizio precedentemente citata.
Le abitazioni erano generalmente composte da una sola camera per piano e queste camere collegate fra loro
da una scala interna di legno.
Questo criterio di costruzione delle città murate, nell'alto medioevo è stato ampliamente usato, specialmente in
Italia, in Francia, e in Inghilterra, ma non si notano eguali nel nostro Oltrepò e nella parte a noi vicina ma
appartenente ad altre province, perlomeno non in modo cosi ben razionalizzato.
I lotti sopraccitati venivano venduti e gli acquirenti erano obbligati a costruire e risiedere nella nuova abitazione...
questo per dare una dimora stabile alle nuove figure di artigiani, commercianti e trasportatori che stavano
proliferando in seguito alle nuove esigenze del borgo diventato sede di marchesato e punto fisso per il
pagamento dei pedaggi.
Non era ammesso acquistare immobili a chi abitava fuori dal paese, mentre chi veniva ad abitarci godeva di
un esenzione da ogni
peso per due anni.
E' stato costruito contemporaneamente al borgo anche il canale "Lagozzo" che serviva ad alimentare le pale del
mulino costruito appena sotto le attuali scuole elementari. Si può ipotizzare che tale canale fosse stato costruito
sopratutto per mandare acqua in un possibile fossato esistente intorno al castello, mentre l'utilizzo dell'acqua
come forza motrice per il mulino sia stato solo un' obbiettivo secondario.
Malgrado non vi siano prove per affermare questo, l'ipotesi ci sembra plausibile per questi motivi:
- La decisione di costruire il canale è stata presa e scritta nell'atto del 1275, quando si formò il feudo di
Varzi e di conseguenza costruirono il nuovo borgo. Il castello divenne di vitale importanza e il fossato ne
aumentava la protezione
- Per utilizzare il canale solo per il mulino non sarebbe stato necessario tracciarlo in posizione così elevata,
ma sarebbe bastato trovare un percorso intermedio. Infatti nei secoli successivi costruirono altri mulini in
posizione più bassa, quasi a livello dello Stàffora e appena fuori dalla Porta Soprana.
Anche se attualmente ci sembra strano che possa essere avvenuto ma anche nella nostra zona collinare l'utilizzo
del fossato attorno al castello era di uso comune.
Si ha notizia che, nel 1410, Voghera mandò un certo numero di badilanti a fare il fossato attorno alla rocca di
Nazzano.
Un'altra notizia ci perviene dall'atto di divisione dei Malaspina del 1369; nel quale per precisare le pertinenze del
castello di Fabbrica Curone cita: .... il castello, ossia rocca solamente di Fabbrica, e le torri, e cinte dello
stesso castello, o rocca, cogli orti posti dentro la fossa del detto castello, e con tutto il sedime o piazza che
resta rinchiusa tra la porta nuova sino al ponte della fossa del detto castello, o rocca, la quale fossa è fuori della
detta porta nuova...
Per l'approvvigionamento idrico erano sufficienti i pozzi scavati all'interno delle mura. La costruzione delle torri,
Sottana e Soprana, e del castello sono iniziate contemporaneamente alle mura, ma la loro ultimazione
deve essere avvenuta molto più tardi.
Costruirono pure un torrione di protezione inserito nell'angolo sud-est del muro di cinta, simile a quello tuttora
esistente a Godiasco.
L'esistenza di questo torrione, visto che non è più ricordato nelle notizie tramandateci oralmente dai nostri avi, è
provata dalla planimetria del 1500 esistente nell'Archivio di Stato di Milano, nella quale si nota chiaramente
la forma circolare indicante il punto dove vi era detto torrione.
Tratto dal libro "LA STORIA DI VARZI" di Fiorenzo Debattisti ©1996
Edito da "Edizioni Guardamagna" - Varzi (PV) ©1996
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