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Associazione Culturale VARZI VIVA
Primula Rossa
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1943: la prima formazione di una coscienza politica nella popolazione
L'organizzazione delle bande dei "ribelli"
Le forze avversarie. La maledetta Sicherheit
Oltrepò, vita santa
Primula Rossa
(continua)
Primula Rossa programma, verso la fine di maggio del 1944, un metodo empirico di
azioni partigiane contro caserme, presidi e paesi.
L'azione è del 5 giugno, ma quando tutto sembrava pronto per quest'azione, con il
trenino delle 20,30 da Voghera arrivò un gruppo di militi della Brigata Nera (circa
una trentina), al comando del colonnello Fiorentini.
Continua Primula Rossa: "Non si poteva attaccare perché erano troppo superiori
confronto a noi che non avevamo quasi niente e l'unica era ritornare ancora ai nostri
cari monti che tanto ci aspettavano e infatti si fece dietro front".
Questo tentativo di azione, che poi è stato la causa di un successivo assalto alla
caserma di S. Sebastiano Curone, assalto questo finalmente riuscito, è ricordato
anche da Pietro Azzaretti di Pregola ("Fuoco").
E' da questo periodo, fino al luglio 1944, che si dispiegano tutte le operazioni di
contatto da parte del nucleo delle future brigate garibaldine della Delegazione
Lombardia nei confronti della banda di Primula Rossa, per assorbirla.
Nel mezzo di questi contatti si localizza la presa di Cabella, il 13 luglio 1944, e
come termine ultimo dell'autonomia della banda possiamo mettere la battaglia
dell'Aronchio.
Alla fine del luglio tutta la zona del Brallese entra a far parte effettivamente e
saldamente della giurisdizione delle formazioni garibaldine.
Possediamo, per illuminare questa situazione, il diario di don Rino Cristiani e
quello di Primula Rossa, una relazione di Remo, commissario delle Brigate Garibaldi,
e la testimonianza dell'Americano.
Nel suo diario don Rino Cristiani ribadisce più di una volta l'autonomia e
l'indipendenza del gruppo di Primula Rossa nei confronti dell'organizzazione
partigiana del Partito Comunista che nel mese di giugno muoveva i primi passi nella
zona di Capannette di Pej.
Ancora a proposito della battaglia dell'Aronchio, il parroco di Nivione insiste nel
ribadire l'autonomia del gruppo di Angelo: "Per la storia va ricordato che a questa
data, 25 luglio 1944, Primula Rossa era ancora affatto indipendente da Remo e
dall'Americano, e quindi a lui personalmente in particolare ed all'aiuto validissimo
degli uomini di Giustizia e Libertà va attribuito e riconosciuto il merito delle
vittoriose battaglie di Montemartino e dell'Aronchio".
Da questa impostazione e da alcune testimonianze raccolte la battaglia dell'Aronchio
acquista una coloritura particolare: gli stessi abitanti del Brallo in quel momento,
trascinati dall'istinto della difesa delle proprie terre e dalla scoperta, fatta
proprio in quei giorni, della evidente realtà di una lotta armata senza quartiere,
scesero in massa e con armi rudimentali, per respingere la colonna fascista che aveva
tentato di risalire l'Alta Valle Stàffora.
Uno degli aspetti interessanti di questa battaglia consiste anche nel fatto di un
piccolo gruppo armato di partigiani che coagula intorno a sé la popolazione.
Ritornando al rapporto tra Primula Rossa e i capi garibaldini, in una relazione
datata 6-7-1944, il "Commissario Remo" afferma: "Il giorno 5 luglio la banda
irregolare che agiva nei dintorni del passo del Brallo, compreso il pericolo che
correva di essere da noi attaccata, si è sottomessa.
Stiamo organizzandola come nostro distaccamento; essa consta di 25 uomini ben armati,
che ci sembrano adatti all'inquadramento militare.
All'uopo abbiamo mandato il nostro Comandate con dei capi squadra per prendere il
comando".
Sulla stessa linea interpretativa si basa la testimonianza dell'Americano.
Il primo nucleo della brigata Capettini, con a capo lo stesso Americano, si trova a
dover far fronte all'indisciplina di piccoli gruppi di renitenti alla leva che nei
singoli paesi dell'Alta Val Stàffora mettevano paura alla gente e vivevano sulle loro
spalle.
L'Americano ricorda la presenza di un gruppo di sbandati (circa 30), che stazionavano
nell'abitato di Bogli.
Costoro derubavano la popolazione per mantenersi senza neppure fare operazioni di
disturbo o guerriglia contro le casermette della Guardia Repubblicana.
Nei loro confronti, gli uomini dell'Americano hanno operato una azione di polizia:
circondato il paese e disarmati gli sbandati, "Abbiamo fatto un discorso a questa
gente: non potete vivere sulla popolazione.
La maggior parte sono venuti con noi, altri se ne sono andati via".
Poi è avvenuto il contatto con Primula Rossa che operava nella zona del Brallo.
"Costoro vivacchiavano, non combattevano, cercavano di sopravvivere. Non hanno fatto
niente di male".
Non si tratta, a nostro parere, di decidere chi ha ragione e chi no, ma di fissare
l'attenzione su un rapporto complesso, non chiaramente definibile, tra Primula Rossa
e l'organizzazione partigiana.
Alcune annotazioni del diario di Primula Rossa possono essere in questo senso
interessanti e metterebbero in evidenza, al di là di una disquisizione gerarchica, la
particolare autonomia di Primula Rossa e del suo gruppo originario.
Quello che può essere stabilito con sicurezza è che il periodo spontaneistico e
prepolitico della lotta partigiana si esaurisce completamente nella seconda metà del
luglio 1944.
© Ugoberto Alfassio Grimaldi e Lucio Rovati
Tratto da Il coraggio del NO
Figure e fatti della Resistenza nella Provincia di Pavia
Editrice Amministrazione Provinciale di Pavia
Stampato nel mese di marzo 1981
Tutti i diritti riservati
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