|
Associazione Culturale VARZI VIVA
Il monastero di S. Colombano e la Corte di Ranzi
Pagine | 1 |
2 |
|
Colombano era un monaco irlandese dinamico e con molte iniziative; predicò la religione di Cristo
attraverso mezza Europa, passò dalla Francia, ma per contrasti con i regnanti ne fu espulso.
Venne in Italia nel 612 d.C. e s'incontrò a Milano con il re longobardo Agilulfo e con sua moglie
Teodolinda, la quale decise di donargli dei terreni demaniali perché potesse costruirvi una
nuova struttura religiosa.
Un certo Giocondo consigliò alla regina la località di Bobbio; essa effettuò un sopralluogo,
salì sul monte Penice in ricognizione, e il 24 luglio del 614 d.C. donò i terreni al monaco
Colombano, delimitandone anche i confini che comprendevano: l'alpicella Pennice (monte Penice) e
Petra de Gragio (Pregola), fino al Trebbia.
S. Colombano giunse nei suoi nuovi possedimenti nell'autunno dello stesso anno. Avrà solo il
tempo di impiantare la struttura del monastero perché morirà nell'anno successivo al suo
insediamento, il 23 novembre del 615 d.C., all'età di 73 anni.
Successivamente Adoaldo, figlio di Teodolinda, nell'anno 622 d.C. confermerà detta donazione al
monastero. Molto si è discusso sui motivi della sua nascita: gli studi più recenti concordano
nell'attribuirli in prevalenza a ragioni politiche, più ancora che religiose.
La donazione fatta da Agilulfo e Teodolinda, fu un atto di ringraziamento a Colombano per il suo
interessamento presso il Papa, affinché fosse riunito un sinodo (Sinodo dei tre capitoli) e
tentasse di favorire l'avvicinamento della corte longobarda alla sede apostolica. Quindi,
S. Colombano cadde nelle sottili trame della politica ecclesiastica di Agilulfo. Infatti, questi
probabilmente pensò di creare a Bobbio la struttura produttiva che S. Benedetto era riuscito ad
attuare nel meridione d'Italia, con l'abbazia di Montecassino.
La regola benedettina, inserita nella curtis monastica originaria, oltre ad essere regola morale e
religiosa nella sua completezza, divenne automaticamente organizzazione economica, sociale,
giuridica.
Inoltre, bisogna tener conto della posizione di Bobbio: non troppo lontana da Pavia - capitale
longobarda -, non troppo lontana dai confini bizantini, quindi posto ideale per sperimentare
una nuova struttura organizzativa.
Tratto dal libro "LA STORIA DI VARZI" di Fiorenzo Debattisti ©1996
Edito da "Edizioni Guardamagna" - Varzi (PV) ©1996
|