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Associazione Culturale VARZI VIVA
Oramala: il castello
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Cè
profumo di biancospino, di robinia, di castagno nei boschi che circondano il castello e la
rocca di Oramala. Fiutarlo dà serenità al cuore, mentre si avanza verso questa antica
corte murata: da un lato uno dei più suggestivi ambienti naturali dellOltrepò
Pavese, dallaltro le cupe pareti di pietra di unopera che per novecento anni
ha conosciuto ed in parte fatto la storia delle nostre valli.
Il borgo e il castello di Oramala
(© Antonio Di Tomaso)
Dallabitato di Varzi, guardando verso nord, si scorge la
silhouette del poderoso castello dOramala che, contornato dai boschi di rovere e
castagno, fa bella mostra di sé. Questo maniero è stato senzaltro la prima dimora
di quella potente famiglia longobarda che in seguito verrà chiamata Malaspina, la quale, affacciatasi in Val di Stàffora, scelse il
luogo dOramala per insediarvi la sede di quel che diverrà uno dei più potenti
marchesati dItalia settentrionale. Lepoca in cui questo avvenne fu il X
secolo, ma la prima notizia scritta risale allinizio di quello successivo, quando
nel 1029 Alberto, figlio di Oberto Obizzo, presta giuramento alle consuetudini di Genova e
porta con sé alcuni dei suoi vassalli, fra cui Rustico dOramala.
In seguito il castello pervenne alla famiglia dEste, loro congiunti. A questi ultimi
fu tolto dal Pontefice Adriano IV nel 1157 e dato in feudo al vescovo di Tortona. Nel
1164, come premio per i servigi svolti, limperatore Federico I (Barbarossa) concede
ad Obizzo Malaspina il possesso di quasi tutte le terre precedentemente avute che partono
dalla Pianura Padana ed arrivano allalta Toscana, comprendendo il castello e la
rocca dOramala.
Tre anni più tardi, nel 1167, Obizzo ha modo di ripagare il suo signore per avergli
concesso le terre sopraccitate. Questi, lasciata Roma preda di unepidemia che gli
aveva decimato lesercito, giunse a Pontremoli con lintenzione di arrivare a
Pavia attraverso lappennino, ma si vide sbarrare la strada dalle truppe della Lega
Lombarda. Limperatore deviò, perciò, verso Villafranca sul Magra; da lì, sotto
lesperta guida del marchese Obizzo, arrivò a Pavia attraverso litinerario dei
paesi liguri - sentieri tracciati dai mulattieri -, discendendo poi la Valle Stàffora e
sostando a pernottare nel castello dOramala, che era il più difeso della zona.
Fu grazie ad Obizzo se, il primo settembre, Federico poté giungere a Pavia e da lì
riorganizzare la sua compagine per proseguire oltralpe. Questo periodo fu per i Malaspina
ed il castello dOramala il momento del loro maggior splendore, anche culturale,
perché riposero in parte le armi e le scorribande militari, per far fiorire il culto
della gentilezza e della poesia. Fu così che intorno alle donne del potente casato si
unirono, in quella solitaria e protetta dimora, i trovatori provenzali che per primi in
Italia cantarono le loro poesie, ingentilendo quel fosco ambiente darmi e
darmati. Fino al XIII secolo tale luogo rimase il centro direzionale della Valle
Stàffora e delle valli limitrofe. Solo successivamente, in seguito a divisioni feudali, i
Malaspina scesero nei paesi di fondovalle lasciando ad Oramala una funzione secondaria.
Dal XIV secolo il castello dOramala fu interessato a fatti darme e congiure
che videro, di volta in volta, i suoi feudatari schierati a favore o contro i duchi di
Milano: dapprima i Visconti, indi gli Sforza. Un Manfredi, figlio di Nicolò Malaspina,
godette i favori di Ludovico il Moro e nel 1474 ottenne il permesso di fortificare il
castello. Infatti, prima di tale data, non aveva certamente laspetto maestoso che ha
in questo momento perché la torre, e parte della rimanente struttura, è stata costruita
con il criterio più moderno (per quei tempi) atto a resistere ai colpi di
unartiglieria che incominciava a mettere in difficoltà i castellani.
Parte del castello ristrutturato
(© Antonio Di Tomaso)
I suoi muri,
di uno spessore di metri 2,4 e la forma semicircolare rivolta verso la vicina collina dove
potevano essere piazzate le artiglierie, sono dati inequivocabili che tanto la torre
quanto la parte del castello furono costruiti e potenziati con criteri che larte
militare di fine Medioevo suggeriva.
La poderosa rocca rimase alla famiglia Malaspina fino alla fine del XVIII secolo, dopo di
che fu abbandonata; di conseguenza incominciò il progressivo sgretolarsi di tutta la
struttura.
Nel 1985, i fratelli Panigazzi, attuali proprietari, iniziarono la ricostruzione delle
parti crollate, che è tuttora in corso, allo scopo di conservare unopera che per
novecento anni ha conosciuto ed in parte ha fatto la storia delle nostre valli.
Fiorenzo Debattisti
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