|
Associazione Culturale VARZI VIVA
Itinerari per castelli oltrepadani dei sec. XII - XIII tra Tortona e Piacenza
|
MALASPINA:
Oramala (767 m)
Il castello avito della famiglia fu per brevi periodi in possesso dei marchesi D'Este (1157) e
del vescovo di Tortona (1161), ma nel 1164 il Barbarossa ne investì nuovamente Obizzo I. Il
castello fu ricostruito verso il 1474 da Manfredi Malaspina, amico del duca di Milano Lodovico il
Moro, Con tale aspetto esso appare raffigurato negli affreschi covi dell'Abbazia di Sant'Alberto
di Butrio. Il torrione e le altre parti ancora riconoscibili della costruzione sono stati
restaurati recentemente per iniziativa del senatore Panigazzi.
Castelpozzolo (Pozzolgroppo) (536 m)
Possente baluardo dei Malaspina tra la valle Staffora e la val Curone, in direzione della pianura
tortonese. Nel 1399 fu conquistato dai vogheresi, per ordine dei Visconti. L'edificio attuale,
adibito a ristorante, è fortemente restaurato e non conserva tracce precedenti al sec. XV.
Castel Verde (Valverde) (779 m)
Il luogo è citato per la prima volta nel sec. IX in un elenco dei beni dell'abbazia di Bobbio.
Fortificato nel 1155, appartenne alla famiglia piacentina dei Landi e poi, a lungo, al feudo
malaspiniano di Oramala. Il torrione che emerge tra i ruderi ricorda quello superstite del
castello di Oramala (entrambi dovettero essere ricostruiti nel sec. XV).
Cella di Varzi (già cella di Bobbio) (695 m)
Nel 1164 Federico Barbarossa diede in feudo il paese, che dipendeva dal monastero di Bobbio, a
Obizzo Malaspina. Rimase dei Malaspina sino al 1512, quando i delitti commessi dai figli di
Barnabò Malaspina ne causarono la confisca e la distruzione, con una bombarda portata da Tortona.
Un Malaspina fu pubblicamente squartato in piazza, a Voghera. I ruderi sventrati del castello
dominano tuttora il paese. Il torrione ha subito l'ultimo importante cedimento negli anni
Cinquanta, a causa di una violenta bufera di vento.
Monteforte (680 m)
Rimangono solo pochi ruderi di questo castello, che dista 35 minuti di passeggiata da Varzi.
Nazzano (339 m)
Fu l'avamposto dei Malaspina verso la pianura padana fin dall'Alto Medioevo, quando questi
avevano il titolo di marchesi della Liguria Orientale. Il piccolo castello è stato restaurato nel
1905.
Il castello di Nazzano (© C. Marenzi)
Pietragavina (822 m)
Vi erano due castelli, uno costruito dai Malaspina e un'altro, più recente, di proprietà della
famiglia Dal Verme. Quasi nulla rimane del castello malaspiniano. Quello vermesco,
quattrocentesto, appare oggi come il risultato di un importante restauro ricostruttivo, attuato
in tempi recenti.
Sagliano Crenna (585 m)
E' uno dei castelli malaspiniani raffigurati nel 1484 negli affreschi di Sant'Alberto di Butrio,
con quello di Oramala. Oggi ne rimangono soltanto pochi ruderi.
S. Margherita di Staffora: la Chiesa e i ruderi del castello
S. Margherita di Staffora (839 m)
Rimangono solo pochi ruderi di questo castello.
Varzi (416 m)
Dipendeva dal feudo di Oramala. Le parti più antiche del castello attuale risalgono al sec. XIII,
ma la struttura attuale è quella del sec. XV.
DAL VERME
Torre degli Alberi (545 m)
Risulta che nel 1400 il maniero fosse adibito a scuderia dei cavalli dei conti. Nel castello è
conservata una stele iconica d'epoca Giulio-Claudia ritrovata nella zona di Valverde trasportata
nella rocca in un'epoca non databile. L'imponente struttura si compone del vecchio corpo di
fabbrica, in parte restaurato, e di una torre quadrata costruita in pietra del luogo e mattoni a
vista, priva di merli. Dopo il restauro è stato adibito ad abitazione e ospita tutt'oggi un
discendente del casato dei Dal Verme.
Zavattarello (608 m)
Pare che la prima costruzione, ove ora sorge il castello, fosse stata eretta dai monaci di
Sant'Ambrogio di Milano verso la fine del sec. IX.
Sono trascorsi 626 anni da quando il condottiero veronese Jacopo Dal Verme salì per la prima
volta al nido d'aquile di Zavatterellum. Iacopo era condottiero di ventura e aveva fondato una
scuola militare, composta tutta di soldati italiani, famosa in tutta Europa. La sua vittoria
contro il conte d'Armagnac alla battaglia di Alessandria fu cantata dall'Ariosto nell'Orlando
Furioso (canto XXXIII). Il vescovo di Bobbio, cui queste terre erano state infeudate dagli
imperatori sassoni fin dal sec. X, tolse il castello ai potenti Landi per ingraziarsi un nuovo
vassallo, forte in armi, capace di difendere le terre del contado bobbiese dalla parte della
montagna. Alla fine del quattrocento Lodovico il Moro volle regalare il castello di Zavattarello
al suo fedele aiutante Galeazzo Sanseverino. Il feudo fu poi dato in premio da Gian Giacomo
Trivulzio a Bernardino Della Corte, che aveva consegnato ai francesi il castello di Milano. Morì
il Della Corte nel 1512 e il Sanseverino si fece uccidere nella famosa battaglia di Pavia (1525).
A Zavattarello tornarono i Dal Verme.
Romagnese (650 m)
Non si conosce l'epoca esatta della di costruzione del Castello. Fu quasi certamente edificato sul finire del 1400 da Jacopo dal Verme, celebre Capitano di ventura al servizio dei Visconti di Milano e primo feudatario di Romagnese. La sua struttura primitiva è sicuramente di epoca anteriore, probabilmente del IX secolo, eretta sui resti di una "casa-forte" abitata dai frati del Monastero di San Colombano. Non è da escludere una origine ancora più antica, su una preesistente roccaforte di epoca romana da far coincidere addirittura con il leggendario “castrum romaniense”
Romagnese: facciata del castello
Tratto dalla rivista bimestrale Oltre N°23 Settembre/Ottobre 1993 (Alberto Arecchi, pag. 24)
|