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Associazione Culturale VARZI VIVA
Il salame di Varzi e la sua storia
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L'analisi storica di un prodotto così importante ed antico è sempre difficile
da tracciare: diventa, quindi, arduo stabilirne l'esatto anno di nascita.
Secondo alcune notizie pervenuteci durante i secoli, pare che già i Longobardi avessero
propagandato l'allevamento del maiale e che lo sacrificassero alla ninfa Maia per meglio
sfruttare pascoli e boschi.
Gli animali erano di dimensioni più piccole rispetto a quelle attuali, venivano allevati allo stato brado ed erano
utilizzati prevalentemente per l'alimentazione, assai meno per il lavoro.
Sembra addirittura che in un editto del re Ròtari fossero
stabilite pene asprissime per coloro i quali avessero maltrattato un porcaro.
Ma, aldilà di questi simpatici aneddoti, si ipotizza che il salame servisse da alimento a
questo popolo barbaro proprio per le caratteristiche di durabilità che offriva un insaccato
di questo tipo nonché per le sue indiscutibili caratteristiche nutrienti. Infatti, questa
tribù nomade, durante le varie transmigrazioni in tutta Europa causate dalla secolare mancanza di terre, da una
forte crescita demografica e da un contemporaneo irrigidimento del clima, in un'epoca di dure
ristrettezze economiche sentiva la necessità di disporre di un prodotto a lunga conservazione.
Nel XIII secolo i Marchesi Malaspina, indiscussi signori di questo territorio, lo presentavano
agli ospiti della propria tavola come pietanza eccezionalmente prelibata.
E così diviene certo che, nei secoli a venire, il salame si inserì perfettamente nella parca
mensa degli umili contadini che, di fronte alla semplice economia famigliare, videro nel
maiale una risorsa indispensabile alla loro sopravvivenza.
La stessa fecondità della scrofa (che può partorire fino a dodici esemplari e, nel periodo di maggior
fecondità, anche due volte nello stesso anno) contribuì certamente a farlo diventare prezioso, così
come la capacità di aumentare il proprio peso da uno ad oltre centocinquanta chilogrammi nel breve periodo di un anno,
fornendo in tal modo una quantità di materia prima alimentare considerevole. Senza scordare,
poi, gli svariati utilizzi delle parti avanzate dalla macellazione: il grasso come lubrificante o medicinale, le setole
per fabbricare spazzole e pennelli ed alcuni tipi d'ossa come utensili da lavoro, ed altro ancora.
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