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Associazione Culturale VARZI VIVA
Tasse e gabelle in valle Stàffora
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I mutamenti politici avvenuti nel Ducato di Milano, non interessarono molto la maggior parte
dei varzesi essendo il nostro un territorio abbastanza decentrato rispetto alla capitale ed alle
città più importanti; infatti le guerre franco-asburgiche venivano combattute nella pianura
vicino a queste città.
Per la maggior parte dei varzesi e degli abitanti della valle Stàffora non aveva molta
importanza chi andava al potere, perché comunque le loro condizioni non sarebbero mutate. Questi
avvenimenti interessarono di più i feudatari ed i funzionari come i podestà, i commissari ecc.,
perché il nuovo reggente avrebbe potuto declassarli o sostituirli con altre persone di più
provata lealtà nei suoi confronti.
Per quanto riguarda l'ambito economico invece, le cose cambiarono rapidamente, perché Carlo V
con il suo vasto Impero era continuamente impegnato in guerre che svuotavano le casse dello
Stato; di conseguenza si rifaceva imponendo nuove gabelle. Per incassare queste gabelle
predispose un'amministrazione atta a gestire la riscossione delle nuove tasse nel Ducato,
inaugurando così una concezione moderna dello Stato e nello stesso tempo limitando l'autonomia
dei singoli feudatari.
La riscossione degli importi, divisa tra le nove province del Ducato, era adottata criteri molto discutibili.
Innanzitutto vi era una notevole disuguaglianza di trattamento fra cittadini e contadini. I
primi infatti godevano di privilegi ingiustificati rispetto ai secondi, che riuscirono a
mantenere condizionando così le scelte governative, trattandosi di una classe formata per la
maggior parte da corporazioni di settore, come gli artigiani, i mercanti, i benestanti.
Le tasse in vigore nel Ducato a quell'epoca erano le seguenti:
- Il censo del sale
- Il perticato
- Il mensuale
- Il tasso dei cavalli
- Il testatico
- Il mercimonio
Quelle appena descritte erano le tasse principali adottate dal Ducato per avere i fondi
necessari al suo mantenimento.
Questo importo annuale veniva diviso fra le nove province le quali suddividevano a loro volta
l'importo fra le singole comunità che, per far quadrare i bilanci, aggiungevano dazi e gabelle
locali sui pedaggi, sulle carni, sul sale, sulle mercanzie, sul pane, sul vino, sulle granaglie,
ecc.
Tratto dal libro "LA STORIA DI VARZI Vol. II" di Fiorenzo Debattisti ©2001
Edito da "Edizioni Guardamagna" - Varzi (PV) ©2001
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