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Associazione Culturale VARZI VIVA
Oltrepo o Oltrepò? L'importanza degli accenti
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Parlar oggi di accenti, di virgole, di apostrofi e di altre simili grammaticherie, indugiare su sottigliezze linguistiche, su
raffinatezze di stile, condannare anglicismi, francesismi e incallite sgrammaticature proprio oggi, figuratevi, che la gente
quasi se ne fa vezzo, per di più sulle colonne di pubblicazioni, opuscoli e riviste riguardanti il nostro territorio,
non specializzate ma destinate a un pubblico quanto più vasto e vario possibile…
E invece no: si direbbe che dubbi, titubanze, problemi di lingua e di grammatica si celino da sempre nell’intimo di
un’infinità di gente in apparenza lontanissima da questi argomenti, e che aspettassero solo l’occasione buona per
sbottar fuori.
Un signore, per esempio, ci viene a dire: "Come mai nel giornale "La Provincia Pavese", in alcune
pubblicazioni edite dalla Comunità Montana, negli opuscoli stampati da varie Pro Loco la parola Oltrepò non viene accentata? Forse
è inutile, perché tanto nessuno leggerebbe altrimenti, oppure perché su Po non va l’accento e pertanto neanche su Oltrepò?"
Ebbene, scrivere Oltrepo senza accento sull’ultima "o" è un vero e proprio errore di grammatica (lo ha
ribadito Aldo Gabrielli, il noto linguista, autore di numerose edizioni del "Vocabolario Gabrielli", nel volume: "Si dice o
non si dice?", edizione Mondadori).
Una fondamentale legge ortografica prescrive che le parole italiane di due o più sillabe per essere
pronunciate tronche debbono recare l’accento sulla vocale dell’ultima sillaba; le parole che non portano questo accento, o si
leggono piane o sdrucciole o bisdrucciole.
Un’eccezione per Oltrepò non si può fare; e per questa ragione, scrivendo Oltrepo, si legge
"oltrèpo" o "òltrepo": non si scappa. E lo stesso ragionamento si può fare
con i composti di tre: ventitré, trentatré, quarantatré. Togli l’accento e la pronuncia è
una sola: "ventìtre, trentàtre, quarantàtre"
Altri casi analoghi sono, per esempio, viceré, autogrù, rossoblù, ecc. Su re, su gru, su blu l’accento non ci va, ma sulla
parola composta ci vuole, come tutti sappiamo.
C’è qualcuno che lo mette in dubbio? Del resto, chi non voglia accentare Oltrepò, né ventitré, né
viceré, non si capisce perché poi non debba mettere in discussione altri accenti di altri composti i quali, dal
punto di vista fonologico, seguono l’identica legge: altroché, sicché, benché, ahimè, laggiù,
lassù, e lo stesso perché...
Vorremmo che almeno i nostri lettori si rendessero conto di quanto qui detto: scrivere Oltrepo così, senza l’accento,
è un vero e proprio errore di grammatica. Certe sottigliezze confusionarie vanno seppellite. Un semplice segnetto d’accento e il
problema non esiste più.
Antonio Di Tomaso
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