|
Associazione Culturale VARZI VIVA
L'età Neolitica
|
Punte di freccia del periodo Neolitico
La Valle Stàffora fu abitata già nell'età della pietra (età Neolitica) e ne troviamo conferma nei
ritrovamenti archeologici di attrezzi ed armi di pietra levigata, man mano scoperti in varie
zone, come a Castellaro, Salice Terme o in una grotta situata sulla vetta del Monte Vallassa -
nei pressi della località di Guardamonte (comune di Ponte Nizza) - scoperta per caso nel 1951
quando alcuni cacciatori, inseguendo una volpe, ne individuarono la tana nell'orrido roccioso
della vetta del monte sopraccitato. I fortunati cacciatori si accinsero ad ampliarne l'apertura
e, a due metri di profondità, vennero alla luce cocci di vasi ed olle antichissime; pensarono di
aver trovato la tomba ed il tesoro della "regina" secondo una credenza popolare tramandata fino
ai giorni nostri. Questo invogliò gli improvvisati ricercatori ad intensificare i lavori,
sperando di trovare oggetti di valore; li trovarono, ma solo di valore archeologico.
Il monte Vallassa è situato sullo spartiacque fra la valle Stàffora e la val Curone, all'altezza
di Bagnaria, vicino al confine di provincia e la sua vetta è ancora in territorio pavese e, anche
topograficamente, il monte è pertinente alla valle dello Stàffora.
In questa grotta - in cui forse è ancora sepolta una parte cospicua di reperti - è rappresentato,
secondo l'opinione dell'archeologo Felice Gino Lo Porto, un periodo lunghissimo, che dal
Neolitico arriva fino al II sec. dell'era volgare. La prova di uno stanziamento umano
antichissimo è data da un'ascia di pietra verde e da un percussore. Questi sono i più antichi
oggetti ritrovati che ci riportano all'età della pietra.
Da pag.13
tratto dal libro "LA STORIA DI VARZI" di Fiorenzo Debattisti ©1996
Edito da "Edizioni Guardamagna" - Varzi (PV) ©1996
|