Associazione Culturale VARZI VIVA
Un forte legame con il paese
di Claudia Morini e la partecipazione
di Antonio Dorati


Vivere a Varzi
Il mercato settimanale di Varzi
Un forte legame con il paese
Un'economia a spizzichi e bocconi

L'aspetto principale che contraddistingue la realtà sociale di Varzi è il forte vincolo che gli abitanti hanno col loro paese. Solo se costretto e dopo molte remore il varzese lascia il suo paese e, quand'anche decidesse di farlo, non rinuncia a tornarvi nei fine settimana e nel periodo estivo.

Quando mi è stato dato l'incarico di occuparmi dell'aspetto sociale di Varzi, ho pensato che la fonte migliore e più attendibile potesse essere il colloquio con un varzese. E da questa chiacchierata sono emersi alcuni tratti che riassumono e rappresentano le caratteristiche di vita e di comportamento degli abitanti di un paese di alta collina che non invidia la vita di città. Anzi, è questo suo essere alternativo alla vita caotica e frenetica della città un primo motivo che rende il paese così amato dai suoi abitanti.
Infatti, l'aspetto principale che contraddistingue la realtà sociale di Varzi è il forte vincolo che gli abitanti hanno col loro paese. Solo se costretto e dopo molte remore il varzese lascia il suo paese e, quand'anche decidesse di farlo, non rinuncia a tornarvi nei fine settimana e nel periodo estivo. Dire che a Varzi si vive bene, che il clima è buono, senza nebbia né afa, che la cucina non è da meno, non è sufficiente a spiegare questa unione. Con il mio interlocutore ipotizziamo come una possibile causa la posizione geografica del paese e la storia che lo ha contraddistinto. E infatti Varzi è stato, e in parte lo è ancora, il grande centro ma isolato: cinto dalle colline, dista 30 Km da Voghera la città più vicina, ed è il crocevia delle valli circostanti, Tidone e Curone, con le quali però è collegato da strade impervie e in inverno quasi impraticabili. I piccoli paesi limitrofi, sono stati sempre piuttosto indipendenti e il paese ha vissuto in una sorta di autarchia sociale, culturale ed economica. Una chiusura che ha determinato una serie si conseguenze, non tutte positive.
I varzesi sono intraprendenti e attivi con tanta voglia di lavorare e produrre, e sicuramente l'essere riusciti a farcela da soli, soprattutto dal punto di vista economico, ed in alcuni casi ad essere un punto di riferimento per paesi vicini ne ha accentuato l'orgoglio e il senso di appartenenza e rinsaldato lo spirito di aggregazione. Infatti, prima della crisi economica nazionale solo pochi erano costretti a cercare lavoro fuori dal paese: l'industria, l'artigianato, le strutture pubbliche assorbivano quasi tutta la forza lavoro disponibile.

L'autosufficienza ha contestualmente ridotto l'esigenza di ricezione che, unita agli scarsi e occasionali scambi con l'esterno, ha impedito un vero e proprio scambio socio-culturale e la conseguente circolazione di nuove idee.
La stessa indole dei varzesi, pur gentile e disponibile, è diffidente e non propensa all'interazione con l'esterno. Le compagnie, più o meno giovani, sono tanto unite al loro interno quanto impermeabili verso l'esterno; si accetta il forestiero senza pero' coinvolgerlo nella propria realtà. C'è una sorta di discriminazione che impedisce la fusione con persone che provengono da altri paesi, e se questo avviene, è perché la frequentazione è stata assidua e lunga. All'interno del gruppo i sentimenti sono forti, intensi, radicali. I conflitti che spesso rischiano di esplodere, vengono diretti verso l'esterno, verso il o i non varzesi. D'altra parte la conservazione dello "status quo sociale">, non avendo favorito il confronto e la messa in discussione dei propri valori e principi sociali, ha permesso di mantenere integri i presupposti su cui si fonda la comunità. Il confronto è sempre lacerante anche se altamente costruttivo; mette in pericolo le certezze ma soprattutto i ruoli assunti, e a Varzi tutti hanno un ruolo riconosciuto, nessuno è anonimo, ma ciascuno ha una sua identità negativa o positiva, che lo distingue e lo caratterizza socialmente.
Il varzese ama così tanto il suo ambiente da farne il centro dei suoi interessi: i punti di incontro sono i bar dislocati in tutto il paese, ma in particolare quelli siti in Piazza della Fiera. È qui che si trascorrono le serate giocando a carte o chiacchierando con gli amici. Il fine settimana dei giovani è dedicato alla discoteca, rigorosamente della zona o comunque frequentata da compaesani mentre la domenica è consacrata allo sport vissuto più o meno attivamente grazie agli agonismi delle squadre locali che accendono gli animi dei tifosi. Un "modus vivendi" che sta letteralmente cambiando: la crisi economica ha implementato l'emigrazione di molti giovani, aumentando così l'interscambio con l'esterno. Sono sorte alcune associazioni culturali, quali Varzi Viva e il Circolo 18 Settembre, che sono riuscite a rivalorizzare ed attivare socialmente il paese con parecchie iniziative come, ad esempio, le rappresentazioni di commedie dialettali, la ricostruzione e la riproduzione animata dell'antico borgo, il mercatino di ferragosto realizzato in collaborazione con la rinata Pro Loco. Altro segnale di questo cambiamento è il recupero del centro storico, borgo medioevale, ora in mano ai privati per la ricostruzione. Dopo anni di quasi abbandono, di recente, grazie anche alle agevolazioni del comune, se ne è riscoperta la bellezza e il valore storico. Starà all'intelligenza dei varzesi ridare vita e dignità, del rispetto della storia, al cuore del paese che amano e che per questo dovranno dimostrare più di chiunque altro di rispettare.