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Associazione Culturale VARZI VIVA
Agriturismo nella Comunità Montana
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L'Oltrepò: terra di castelli, marche e contee, terra di matrimoni e di battaglie, di
torri inaccessibili, ambito premio ai vincitori, terra di passi e pedaggi, di monaci e poeti,
la storia ha prediletto nel passato queste valli e questi ininterrotti profili di montagne
lungo i quali era agevole il passo, lontano dalle pianure indifendibili, percorse dai banditi
e dalle febbri.
Il potere e la nobiltà avevano infeudato tutto l'Appennino e dai porti all'ombra delle torri
di vedetta partivano merci preziose e semplici, come il sale, destinate ai borghi ed alle
città che pian piano rinascevano nella pianura.
E con le merci viaggiavano pensieri, parole, idee e speranze e percorrevano tutta l'Europa.
Un tempo non ci si spostava per semplice piacere, si viaggiava per commercio, per adempiere ad un
voto, soprattutto per conoscere, per esplorare città e paesi, per entrare in contatto con
altre genti, lungo il filo del magico labirinto iniziatico.
Viaggio non come svago, ma come piacere della scoperta, imprevisto, apertura a nuovi
orizzonti, disponibilità ad accettare culture diverse.
Visitare l'Appennino avvicina molto a questa situazione: ogni sasso, ogni sentiero, ogni
vecchia cascina, ogni borgo o castello tradiscono una presenza umana forse di tono minore,
ma intensa nel tempo e nelle attività.
Andare per Appennino non riserva forse lo stupore estremo delle alte vette, dei ghiacciai
inviolabili, luoghi a cui l'uomo nel suo vivere quotidiano non si è accostato, su cui non ha
lasciato alcun segno del suo passaggio.
Andare per Appennino è un viaggio tra i segni dell'uomo, che lo ha abitato in ogni sua piega,
cogliendone ogni possibile occasione di vita, legna, erba, carbone, acqua o pietra che fosse.
Bisogna essere un viandante molto attento per andare in Appennino, perché non è la Natura
trionfante a parlare, la facile attonita meraviglia del "mai visto", ma sono i
segni dell'uomo, molte piccole voci sommesse che parlano della vicenda umana trascorsa.
Esse sono la significatività di quel luogo, il suo spirito, il "genius loci" della
montagna e della collina appenninica.
Entrare in questo spirito non significa però coglierne la presenza e il senso; significa
capire il ruolo dell'uomo all'interno del suo ambiente, il ruolo degli uomini che lì vivono
e lavorano ed hanno vissuto e lavorato per generazioni.
Essi, i loro vecchi, ne fanno parte e lo animano.
E' in questo contesto che si è venuto formando il senso deila comunità che vive in questo
territorio, la consapevolezza della sua specificità.
La terra intesa nell'accezione più completa di materia, lavoro e vita, la terra intesa come
azienda, podere, fattoria, tutto il paesaggio rurale è lo spazio dove il "genius loci"
è più forte e profondo.
Gli agricoltori, coloro che sulla terra vivono, lo conoscono molto bene, ne colgono la presenza
in ogni oggetto, in ogni antica pianta, in ogni sasso e sono perciò in grado di trasmetterlo a
chi arriva da fuori.
Agriturismo è per questo cultura, è trasmettere questa presenza a chi non la conosce o non ha
gli strumenti per coglierla o forse li aveva e li ha smarriti.
Agriturismo in Oltrepò come incontro di culture, per conoscersi, comprendersi e completarsi
a vicenda.
Tratto da AGRITURISMO IN OLTREPO' PAVESE
Comunità Montana Oltrepò Pavese tel. 0383/545350 fax. 0383/545100
Realizzato con il contributo della Comunità Europea sviluppo agriturismo obiettivo 5b
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